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Per Aspera Ad Veritatem n.28
Immigrazione Dossier Statistico 2003
a cura di Caritas e Migrantes
Edizioni Nuova Anterem, Roma, 2003



Il Dossier Statistico Immigrazione è una ricerca elaborata annualmente, a partire dal 1990, dalla Caritas Italiana e dalla Fondazione Migrantes con il contributo fondamentale di strutture nazionali quali Cnel, Ministeri dell’Interno e degli Affari Esteri, Inps, Inail, etc.. Ha lo scopo di analizzare il fenomeno dell’immigrazione nel suo complesso, con riferimento, tra l’altro, al nostro sistema socio- economico.
Il dossier muove dalla consapevolezza che l’Italia è “un paese di immigrazione in un mondo di migranti”. La forte espansione del fenomeno negli ultimi anni ci costringe tuttavia ad assumere atteggiamenti precisi in ordine a cosa stia avvenendo, per comprendere quali cambiamenti stia già sperimentando la nostra società.
Il tema è ovviamente di particolare interesse per la nostra Rivista, che proprio in questo numero dedica all’argomento il forum sicurezza nazionale e questioni dell’immigrazione, pubblicato in Parte I.
Gli interventi hanno tenuto conto dei risultati della complessa organizzazione dei dati prodotti nel dossier, che sono certamente significativi. Proviamo ad elencarli.
Esiste un crescente bisogno di manodopera immigrata, emerge tra l’altro dalla ricerca, provocato da vari fattori. La forza lavoro locale, ad esempio, non riesce a soddisfare la richiesta provocata dallo sviluppo dei Paesi occidentali industrializzati che versano in una condizione di generale calo demografico e invecchiamento della popolazione.
Questo contesto riguarda anche l’Italia.
Secondo l’Istat, la nostra popolazione a metà secolo diminuirà di 5 milioni e questo comporterà un aumento progressivo degli immigrati “necessari”.
Bisogna, in ogni caso, valutare attentamente come gestire il fenomeno: il nostro Paese, oltre ad accogliere la forza lavoro straniera, ha inteso operare attivamente per una integrazione totale .
Per questo, si sta valutando come cambiare la normativa sulla cittadinanza, per facilitare l’integrazione e, nello stesso tempo, salvaguardare la cultura e i valori fondamentali del paese che accoglie, in un difficile e delicato equilibrio che influisce sul livello di coesione sociale.
Il Dossier affronta la situazione italiana partendo, come ricordavamo poco sopra, dai dati statistici acquisiti dal maggior numero possibile di fonti, al fine di operare una comparazione e analizzare la situazione particolare di ciascuna Regione interessata all’accoglienza di stranieri.
Tramite numerose tabelle, che sintetizzano la copiosa massa di dati presi in considerazione, l’attenzione è stata orientata verso un’analisi che potesse integrare la situazione nazionale con il più ampio contesto europeo.
Uno degli esiti di maggiore interesse riguarda il ruolo dei mass media, che con la loro influenza possono condizionare, positivamente o negativamente, la risposta culturale al fenomeno.
Decisivo, d’altro canto, è il costante controllo sugli esiti di ricerche e sondaggi posti in essere con lo scopo di monitorare ed aggiornare gli atteggiamenti degli italiani verso gli immigrati.
Significativi sono, in tale contesto, i sondaggi condotti dall’Abacus nel 2003 sul tema “gli italiani e l’immigrazione “, con i quali è stata chiesta l’opinione degli intervistati circa l’opportunità di estendere i diritti di cui godono i cittadini agli immigrati, ovvero valutazioni su luoghi comuni molto diffusi, come quello che gli immigrati portino via posti di lavoro ai disoccupati italiani.
Il monitoraggio dell’opinone pubblica ha reso evidente che verso la nuova realtà dell’immigrazione c’è ancora diffidenza culturale, determinata da paure molto radicate.
Interessante in questo senso è la ricerca svolta sull’altro versante, sempre nel 2003, dal Dipartimento degli studi storici e geografici dell’Università di Firenze (anche se circoscritta alla sola regione Toscana), sulla percezione dell’integrazione da parte degli immigrati.
La ricerca ha fatto notare che la maggior parte degli intervistati ha affermato che “la situazione appare molto positiva”e che l’atteggiamento prevalente dell’italiano è di rispetto e tolleranza.
Negli ultimi tempi c’è stata una forte spinta per promuovere la divulgazione di pubblicazioni rivolte ai nuovi arrrivati (periodici in più lingue), in cui la quotidiana informazione è completata dalle notizie più importanti che giungono dai Paesi d’origine.
Il Dossier contiene anche, a questo proposito, una “mappatura della stampa di immigrazione”, che comprende sia le testate gestite dagli immigrati che quelle gestite da italiani e, in ultimo, quelle gestite da entrambe le componenti.
L’obiettivo primario di queste pubblicazioni è facilitare l’inclusione ma soprattutto l’integrazione dei vecchi e nuovi arrivati nel tessuto connettivo della società italiana.
Gli Autori della ricerca analizzano poi con grande attenzione tutte le situazioni che riguardano il dialogo inter-religioso, per la primaria importanza che ha assunto negli ultimi anni la religione nel dibattito politico e culturale, sia italiano che europeo.
Infatti, il continuo ingresso di gruppi etnici stranieri caratterizzati da diverse fedi religiose ha provocato un confronto serrato che ha risvolti di non poco momento nel dibattito sull’ integrazione.
Secondo le analisi riportate, la maggioranza relativa degli stranieri presenti in Europa appartiene, nella misura del 44%, a confessioni cristiane, mentre gli stranieri musulmani ammonterebbero a circa un terzo del totale della popolazione straniera. I buddisti rappresentano appena il 2%, mentre gli stranieri di fede ebraica risultano lo 0,2 % del totale.
Per quanto in particolare riguarda l’Italia, c’è da osservare che la popolazione straniera “regolare” è variamente composita.
Nel 2002 risultavano presenti 690.523 cristiani, 553.007 musulmani, 42.003 ebrei, 39.416 induisti, 37.489 buddisti e 21.116 appartenenti alle diverse “religioni tradizionali”, su un totale di 1.512.324 stranieri .
In Italia, come del resto in Europa, i musulmani rappresentano la seconda “comunità religiosa” per numero di fedeli.
Gli stranieri presenti nel nostro Paese sono ormai il 4,2 % della popolazione. Una presenza rafforzata dalla regolarizzazione legata alla legge Bossi-Fini, dalla cui applicazione, sempre secondo la Caritas, emerge che siano circa 600mila le persone fisiche che hanno usufruito dei benefici della legge.
L’aspettativa degli Autori del Dossier 2003 è che nel futuro ci siano proposte di regolamentazione che comprendano anche eventuali convenzioni europee, utili per superare tutti gli ostacoli di natura politica, sociale, culturale e religiosa, che si frappongono ad una razionale gestione delle diverse questioni.
Questo per far sì che possano convivere etnie diverse nel rispetto delle singole identità nazionali, in un quadro di legalità e rispetto reciproco.



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